Quando riempi il carrello della spesa, fai politica
Arci La Lo.Co, Osnago (LC)Osnago (LC). Ci sono luoghi pieni di fascino che custodiscono piccole e grandi storie. Sarà per il viavai di passeggeri, avventori e viaggiatori. O per quelle signore minute e allegre che conservano la gioia di vita, nonostante le rughe segnino lo scorrere inesauribile del tempo. O forse sarà per quel fischio del treno che attraverso l’immaginazione consente di fare viaggi in luoghi lontani e sperduti. Di certo, il circolo Arci La Lo.Co è un luogo speciale. Un tempo era solo una vecchia stazione abbandonata, circondata da degrado e piccola criminalità. Oggi è un circolo Arci dentro una stazione, un presidio sul territorio che offre attività culturali, servizi di supporto e di ascolto alle persone. Anziani e tossicodipendenti, migranti e italiani. Persone sole e fragili che hanno bisogno di un aiuto o semplicemente di compagnia. Tutto qui? Certo che no. Perché dentro al circolo si organizzano pranzi domenicali, equi e solidali per gli anziani, presentazioni di libri, concerti, corsi di yoga, di benessere, di pilates o di potatura. “Noi la chiamiamo educazione popolare”, dice con fermezza Michele Cassanelli, responsabile del circolo, “L’idea è quella di offrire corsi di formazione popolare a un prezzo accessibile a tutti”. Il tutto è gestito e messo in piedi interamente da volontari e volontarie che si organizzano a turni per aprire il circolo fin dalle prime ore del mattino.
Ma non è finita qui perché una delle attività di punta del circolo è il Gruppo d’Acquisto Solidale (GAS), un’esperienza che esiste da oltre quindici anni. Quando visitiamo il circolo, un pomeriggio temporalesco di fine giugno, ad attenderci ci sono alcuni membri del GAS. Come Francesco Aquistapace, insegnante e padre di famiglia. “Prima mi muovevo in modo autonomo ma era molto difficile. Con il GAS invece hai un gruppo di riferimento e ci si aiuta. L’idea alla base, comunque, è dare un supporto ai piccoli produttori o comunque a chi rispetta i diritti dei lavoratori e la sostenibilità”. Accanto a Francesco c’è Jacopo Valeriano, 29 anni, rientrato in Italia recentemente dopo una lunga esperienza in Spagna. “Facevo già parte di un GAS a Madrid. Quando sono tornato mi è sembrata la scelta più naturale. Per me è una questione di diritti, di rispetto dei diritti dei lavoratori”, tiene a ribadire. All’interno del GAS c’è chi si occupa degli ordini, chi della burocrazia e chi va a incontrare e conoscere i produttori. Gli acquisti di pasta, di riso, di carne, di olio o di parmiggiano si fanno 2 o 3 volte all’anno. Quelli di pesce o di pomodoro li fanno insieme ad altri GAS. Un altro modo di consumare e di fare la spesa. “Noi facciamo una spesa solidale”, esclama Sandra, una signora tutta pepe dall’entusiasmo contagioso, “perché sosteniamo i produttori, sappiamo quello che mangiamo e si sta insieme… insomma mi sembra un’idea collettiva che ha un grande valore”, dice questa ex levatrice che oggi di anni ne ha settanta e mantiene una vitalità invidiabile.